Il Giardino del Gigante è un’opera d’arte ambientale, inserita in un’area verde pubblico del Comune di Cento. La sua storia è nata dalla fantasia di una bambina, ed è divenuta realtà, grazie alla creatività dell’artista Marco Pellizzola, alla collaborazione di numerosi studenti delle accademia di belle arti, e al contributo di numerosi sponsor.
L’idea si è sviluppata seguendo un progetto unitario, che prevede l’installazione di grandi sculture vivibili in mosaico ceramico concepite come giochi ed elementi di sosta e aggregazione, all’interno di un giardino paesaggistico appositamente disegnato per garantire una visione armonica di arte e natura.
Una lucertola di 33 metri allungata sul prato, una foglia di 5 metri per 12 che si innalza verso il cielo, un merlo di 13 metri adagiato su una piccola collina… e poi stelle cadenti, pesciolini, fiori e ninfee, decine e decine di uccelli sfuggiti alle loro gabbie, segni, simboli e frammenti di architetture fantastiche ispirate al mondo naturale, per un’incalzante sequenza di forme e immagini colorate da migliaia di frammenti di mosaico ceramico. Un’opera d’arte in scala ambientale che è al contempo narrazione di una fiaba e creazione di un nuovo tipo di giardino urbano, capace di proiettare il visitatore in un universo fantastico custodito nel cuore della città.
Per questo anche le luci del giardino e la pista ciclabile di circa 1 Km che lo attraversa sono state disegnate in relazione alle opere, e l’illuminazione notturna è funzionale ad un utilizzo scenografico del parco.
Dalla primavera del 2006 l’apertura al pubblico dell’area identifica il Giardino come un parco aperto liberamente fruibile da tutti. La sua peculiarità lo rende però ben più di un semplice spazio verde: esso si pone come elemento di forte qualificazione dell’area urbana sul piano estetico (la creatività e la bellezza delle opere), ambientale (le essenze botaniche come “luogo ospitale” per la fauna del territorio) e sociale (un punto di ritrovo e di svago, gioco, didattica).
Le sculture e l’ambiente, infatti, sono stati concepiti come oggetti di contemplazione ma anche come spazi nei quali agire con finalità ricreative e educative, e suggeriscono attività ispirate alla fantasia e al rispetto della natura.